Albert Einstein
14 marzo 1879, Ulma, Germania – 18 aprile 1955, Princeton, New Jersey, Stati Uniti
“La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.“
Charlie Chaplin
Londra, 16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977
“Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un opera di teatro, che non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca senza applausi…”
Vincent Van Gogh
Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890
Rémy, 29 aprile 1890
“Mio caro Theo,
fino a oggi non ho potuto scrivere, ma poiché in questi giorni stavo un po’ meglio, non ho voluto tardare ad augurare un anno felice a te, a tua moglie e al tuo bambino, dato che è la tua festa. Nello stesso tempo, ti prego di accettare i diversi quadri che ti mando con i miei ringraziamenti per tutta la bontà che hai per me, perché senza di te sarei proprio un infelice. Vedrai che ci sono innanzi tutto dei quadri tratti da Millet. Dato che quelli non sono destinati al pubblico, ne potrai forse far dono alle nostre sorelle, presto o tardi.
…Pur essendo malato, ho ancora fatto dei piccoli quadri a memoria dei ricordi del nord, che vedrai più tardi; ora ho appena terminato un angolo di prateria piena di sole, che mi sembra abbastanza vigoroso. Sono anche arrivate delle lettere da casa, che non ho ancora avuto il coraggio di leggere, tanto mi sento malinconico.
… Mi sono ammalato nel momento in cui stavo facendo i fiori di mandorlo. Se avessi continuato a lavorare, puoi capire da solo che ne avrei fatti molti di alberi in fiore. E ora gli alberi in fiore sono quasi finiti, non ho proprio fortuna.”